Durante il servizio militare, il venticinquenne Gino Borsato, sottotenente del 55° Reggimento Fanteria "Marche", ebbe l'incarico dai suoi superiori - che ne avevano scoperto e apprezzato le doti di pittore - di eseguire dei quadri storici per celebrare le morti eroiche di due capitani del Reggimento stesso nella Grande Guerra: Il Capitano Edmondo Matter del 55º Rgt. Intr. colpito a morte davanti al fortino triangolare di Oppacchiasella e Il Cap. Cesare Colombo del 55º Rgt. Itr. all'assalto di quota 85 di Monfalcone caduto nello stesso punto di Enrico Toti, all’assalto di quota 85 di Monfalcone.
Dello stesso anno è anche il Ritratto del Colonnello Rossi, suo superiore.
Bibliografia/Sitografia
Dei primissimi anni Trenta è anche la serie di 10 quadri murali (50x70) in fotolito a colori su cartoncino ruvido - destinate poi ad esser riprodotti anche in forma di cartoline - che illustrano conquiste e battaglie della "Guerra italo-austriaca 1915-1918": le conquiste del Monte Nero1 e del Sabotino2, la cavalleria eroica di Pozzuolo del Friuli3, le battaglie degli Altipiani4, della Bainsizza5, del Piave6 e di Vittorio Veneto7, la scontro navale di Premuda8, la resa finale degli austro-ungarici.
La conquista del Monte Nero | Battaglia degli Altipiani | |
![]() |
![]() |
|
La conquista del Sabotino | Cavalleria eroica (Pozzuolo del Friuli) | |
![]() |
![]() |
|
Battaglia della Bainsizza | Battaglia del Piave | |
![]() |
![]() |
|
Battaglia del Piave | Battaglia di Vittorio Veneto | |
![]() |
![]() |
|
Lo scontro navale di Premuda | Bandiera bianca | |
![]() |
![]() |
|
Note
Gino Borsato può figurare a buon titolo nella galleria dei pittori che sono entrati in relazione con la storia culturale di Oderzo, poiché è l'autore dei quattro grandi dipinti celebrativi di episodi e personalità della storia cittadina in età romana e medievale, risorgimentale e primo-novecentesca, commissionatigli nel 1934 e consegnati nel 1935 per decorare la «sala maggiore della Casa del Comune», l'attuale sala consigliare del Municipio ove tuttora sono esposti.
L'esecuzione fu programmaticamente retorica, dovendo i quattro giganteschi pannelli (cm 268 x 236 ciascuno) testimoniare la virtus (il valore) di Oderzo fin dall'atavica Opitergium, proprio nei momenti di discussione e deliberazione delle assemblee consigliari. Cosicché da allora, senza interruzione, gli amministratori della città hanno come aulica cornice del loro mandato il Sacrificio dei militi opitergini tra le isole di Cherso e di Veglia durante la guerra farsalica nel 49 a.C., la Elezione del primo doge di Venezia Paoluccio Anafesto a Eraclea nel 697, Francesco Dall'Ongaro [che] abbatte l'insegna dell'ambasciata austriaca a Roma nel 1848, la Requisizione austriaca delle campane del Duomo durante la Prima guerra mondiale ...
Sacrificio dei militi opitergini tra le isole di Cherso e di Veglia nella guerra farsalica |
Elezione del primo doge di Venezia Paoluccio Anafesto a Eraclea nel 697 |
|
![]() |
![]() |
|
Francesco Dall'Ongaro abbatte l'insegna dell'ambasciata austriaca a Roma nel 1848 |
Requisizione austriaca delle campane del Duomo durante la Prima guerra mondiale |
|
![]() |
![]() |
[1935] Gino Borsato, Sacrificio dei militi opitergini tra le isole di Cherso e di Veglia durante la guerra farsalica nel 49 a.C.
[1935] Gino Borsato, Elezione del primo doge di Venezia Paoluccio Anafesto a Eraclea nel 697
[1935] Gino Borsato, Francesco Dall'Ongaro abbatte l'insegna dell'ambasciata austriaca a Roma nel 1848
[1935] Gino Borsato, Requisizione austriaca delle campane del Duomo durante la Prima guerra mondiale
© 2025 am+