[a. m.] Cronachista in volgare della cosiddetta Guerra di Chioggia.
La notorietà del mottense Daniele Chinazzo è dovuta alla sua cronaca in dialetto trevigiano della guerra di Chioggia (1378-1381) - della quale era stato diretto testimone - che costituisce una fonte fondamentale per la ricostruzione dettagliata non solo delle azioni belliche, ma anche delle scelte politiche del governo veneziano che portarono alla vittoria sulla Repubblica di Genova.
Prime significative notizie per la biografia riguardano la causa che - morti i genitori – l’oppose nel 1369 a vari cittadini di Treviso e di altri comuni del Veneto che si erano appropriati di una parte della sua eredità.
Il giovane aveva alle spalle la controversa vicenda del padre, il condottiero Biachino detto Chinazzo della Motta, che dopo essere stato nel 1346 capitano di Fregona e poi del castello di Costa per conto della Repubblica di Venezia, aveva dapprima subìto per sospetto di tradimento la confisca delle proprietà e l’imprigionamento di moglie e figli, compreso Daniele, e solo più tardi ottenuta la liberazione della famiglia e la restituzione dei beni.
Nel primo processo la sentenza fu favorevole a Daniele Chinazzo, ma nel secondo si trovò in difficoltà a ripresentare i propri testimoni perché troppo distanti o addirittura deceduti. Decisivo fu l’intervento del Senato veneziano, che, in considerazione del suo stato di orfano e indigente, dichiarò valide le testimonianze rese nel primo procedimento. La riconoscenza per questo sostegno lo legò indissolubilmente alla Serenissima, come si ricava con evidenza dalla sua cronaca.
Superati questi ostacoli, nel 1370 è al lavoro come “apotecario”, forse in una bottega di speziale a Venezia, ma qualche tempo dopo figura come proprietario della spezieria "della Colonna" presso piazza delle Erbe a Treviso, un luogo scelto da molti cittadini per stipulare contratti, nei quali talvolta compariva come testimone lo stesso Chinazzo.
Durante la guerra di Chioggia, in qualità di funzionario governativo era presente ora a Venezia, ora a Chioggia, e solo dopo il conflitto tornò definitivamente a Treviso e nel 1383 ne ottenne la cittadinanza. Citato ancora come apotecario, nel 1407 divenne uno dei Provvisori della città. Fece testamento nel 1426 e morì verso la fine del 1428.
L’opera storica da lui compilata fu edita sotto diversi titoli: fu pubblicata come Cronica della guerra di Chioza tra li Veneziani e Genovesi (ma basata su un codice estense corrotto) da Ludovico Antonio Muratori nel 1729; come Cronaca della guerra di Chioggia, corretta da Giulio Antimaco, nel 1864 e 1865; infine come La Cronica dela guerra da Veniciani a Zenovesi, nella migliore edizione, ricavata da una copia del manoscritto del 1439 e curata da Vittorio Lazzarini (← it.wikipedia.org/wiki/Vittorio-Lazzarini).
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