Ernesto Sparago e Agostino Taboga hanno presentato sabato 11 settembre, all'interno degli appuntamenti del Terzo Festival Luchesi 2021, a Motta di Livenza, i primi due volumi della loro ricerca storica, codicologica e musicologica "Andrea Luchesi, il Kapellmeister di Ludwig van Beethoven", che intende analizzare criticamente e divulgare l'opera superstite del musicista di origini mottensi.
La prima pubblicazione (2020) è dedicata alle tre arie del repertorio luchesiano fino ad ora sconosciute, non identificate o, addirittura, disattribuite; la seconda (2021) alle sonate per tastiera, scritte tra la fine degli anni ‘50 e i primi anni ‘60 del Settecento; la terza - in corso di composizione - avrà per oggetto i concerti.
La serata con la presenza dei due autori ha avuto il suo punto di forza e di estremo interesse nella limpida esemplificazione dei brani musicali analizzati attraverso la loro esecuzione al pianoforte per mettere in evidenza le caratteristiche compositive luchesiane appena illustrate e confrontarle con la musica attribuita ad altri autori (anche altisonanti) che si potrebbe ritenere di Luchesi stesso o da lui fortemente influenzata.
Non quindi la celebrazione di una gloria locale, o la recriminazione di non poter dimostrare il valore di Luchesi a causa della perdita di quasi tutta la sua opera, ma una sfida - a partire dalla sua musica superstite (forse non più dell'un per cento del totale stimabile) per intendere consapevolmente un'esperienza musicale che - se oggi patisce ancora la dispersione o la dimenticanza - non era inferiore ad altre "consacrate" nel suo secolo.
[a. m.] Negli ultimi decenni si è rotta la grande “amnesia” che oscurava il ruolo avuto a Bonn quale maestro di Beethoven fino al 1792 da Andrea Luchesi (compositore e musicista settecentesco, nato a Motta nel 1741) e non permetteva di analizzare – senza dogmatismi preconcetti - i suoi rapporti con Mozart e Haydn. Contro l’approccio minimalista degli accademici e le gerarchie da loro stabilizzate, ha fatto incursione nel 1994 Giorgio Taboga, appassionato biografo del musicista concittadino, (con L'ora della verità. Vita ed opere di Andrea Luchesi), ipotizzando, tra l'altro, che non poche composizioni di Haydn e Mozart potrebbero essere in realtà del compositore italiano.
La provocazione, dapprima ignorata o dileggiata dai più ortodossi, ha seminato tuttavia dubbi sufficienti per attirare sulla strada aperta da Taboga altri ricercatori e interpreti musicali interessati a vedere più chiaro entro le contraddizioni emerse e riesaminare criticamente la biografia di Luchesi e il valore musicale delle sue opere. Sussiste ora un “caso Luchesi”, che non si può più richiudere nelle vecchie tesi e va accrescendosi di nuovi e sempre più meditati contributi, dopo le polemiche infuocate iniziali.
Dopo la morte di Giorgio Taboga nel 2010, il figlio Agostino ha implementato nel sito andrealuchesi.it una completa documentazione del lavoro di suo padre e degli sviluppi critici, codicologici, musicologici del "Caso Luchesi".
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