Del centurione romano di origine veneta (opitergina) Gaius Voltejus Capito resta tramandata memoria soltanto per l'episodio conclusosi con la sua morte insieme con i suoi soldati nell'ambito della guerra civile tra Cesare e Pompeo (luglio del 49 a.C.), di cui riferirono le Periochae ab Urbe Condita (riassunto − del quale sono incerti sia l’età di composizione sia l’autore − dell'opera di Tito Livio), Marco Anneo Lucano, Lucio Anneo Floro e Quintiliano. Ne riprendevano la storia, verosimilmente, da Cesare stesso, benché non l'avesse inserita nel suo De bello civili, forse per evitare di enfatizzare una demoralizzante sconfitta.
Era un suicidio eroico, tuttavia, che poteva ben commuovere l'intero mondo romano. Per questo, Cesare, ricordandosene, avrebbe aumentato di trecento centurie il territorio di Opitergium, affidandole ai veterani, e avrebbe elevato gli Opitergini allo status di cittadini romani, esentandoli dal servizio militare per vent'anni. Ma se di dubbia storicità resta l'intera vicenda, tanto più lo è anche il collegamento tra queste "ricompense" e il sacrificio di Gaio Volteio Capitone.
Proprio l'atto con cui sta per darsi la morte è quello che il pittore Gino Borsato sceglie per rappresentarlo, in uno dei quattro dipinti di episodi e personalità della storia cittadina (in età romana e medievale, risorgimentale e primo-novecentesca) a testimonianza della virtus (il valore) di Oderzo fin dall'atavica Opitergium, commissionatigli nel 1934 per ornare la sala consigliare del palazzo Comunale.
Gino Borsato, Sacrificio dei militi opitergini tra le isole di Cherso e di Veglia durante la guerra farsalica nel 49 a.C., 1935
Come si era arrivati al tragico epilogo di quell'azione militare?
Nel corso della guerra civile tra Cesare e Pompeo molti soldati provenienti da Opitergium − tutti volontari, godendo la città ancora una certa autonomia da Roma − militarono dalla parte dei Cesariani. Alcuni, al servizio di Gaio Antonio, combatteranno contro i pompeiani in Dalmazia. Qui un reparto rimasto bloccato in un'isola della costa circondata dai nemici, ormai ridotto alla fame, decise di tentare la fuga in mare costruendo tre grandi zattere, incappando però tra le robuste corde che i pompeiani, accortisi della manovra, avevano teso sott'acqua tra gli scogli per impedirlo. Con l'alta marea due zattere riuscirono a scappare; la terza, su cui erano imbarcati mille Opitergini al comando di Capitone, finì in trappola. Le funi, che invano i soldati cercarono di tagliare, col favore della corrente spinsero l'imbarcazione a riva e fu subito accerchiata dai nemici.
Durante la notte, sulla zattera, Capitone esortò le truppe a morire piuttosto che cedere alle promesse del nemico che offriva la salvezza della vita in cambio della resa. E la mattina seguente, dopo aver a lungo combattuto, Capitone fu il primo a chiedere e ottenere di essere trafitto. Spinti da questo gesto anche i suoi soldati cominciarono a togliersi la vita a vicenda: soltanto in sei si rifiutarono di farlo.
A riconoscimento dell'eroismo di questi soldati, gli stessi avversari tributarono loro l'onore del rogo.
Gaius Voltejus Capito
Le fonti latine: Periochae ab Urbe Condita, Lucano, Floro e Quintiliano
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Per saperne di più
- [2015] Régine Utard, Entre épopée et tragédie: le suicide de Vultéius dans la Pharsale de Lucain (IV, 448-581), «Revue belge de Philologie et d'Histoire», Année 2015, pp. 81-100 | persee.fr/.../rbph_0035-0818_2015_num_93_1_8648?q=Opitergium | Leggi pdf
- [2013] Aldo Toffoli, Vulteio Opitergino, De Bastiani Editore, 2013 | Recensione: Il Dialogo, gennaio 2014, p. 14
- [1979] Malabocca, Scrivere di storia. Una perla contagiosa a proposito di una infondata estrapolazione dal passo di Lucano, «Il Flaminio», Rivista quadrimestrale di studi vittoriesi, Dicembre 1979, pp. 87-90 | web.archive.org | http://www.tragol.it/flaminio/flaminio-1/87-90.htm
- [1930] Volteio Capitone da Oderzo: Episodio della Farsaglia di Marco Anneo Lucano, Con notizie e note di Nazzareno Meneghetti, Mancia-La Commerciale, Conegliano, 1930 | biblioteche.regione.lombardia.it
- Gaio Volteio Capitone | it.wikipedia.org