Una dolorosa perdita per la comunità opitergina, innanzitutto, e per il mondo della cultura è la morte di Ulderico Bernardi, avvenuta il 7 aprile a Treviso, dopo la lunga malattia che l'ha travagliato in questi ultimi anni.
Nato ad Oderzo il 15 gennaio 1937, ha dedicato alla storia, alla cultura, alla lingua e alle tradizioni della propria "Terra antica" un'analisi sociologica originale, composta di ricerche e studi di godibile lettura, amplissima documentazione e feeling interpretativo. La "piccola patria", non certo considerata come un chiuso microcosmo fuori dalla grande storia, si è prestata anzi come un laboratorio dove mettere alla prova la portata e il significato delle trasformazioni e delle persistenze che lungo il secolo XX hanno segnato la società veneta, a partire dalla speciale attenzione riservata alle classi subalterne e al mondo contadino, ivi compreso l'epocale fenomeno dell'emigrazione oltre oceano nelle Americhe tra il XIX e il XX secolo. Uno degli scenari più appassionatamente indagati è stato proprio il passaggio dalla civiltà contadina a quella industriale, col bilancio di acquisti e di perdite "sociologiche-culturali" di questo trapasso.
Tra i titoli che hanno aperto la strada alle molte ulteriori ricerche, sono da ricordare: Una cultura in estinzione. Ricerche sulla identità contadina (1975), Abecedario dei Villani. Un universo contadino veneto (1981), Paese Veneto. Dalla cultura contadina al capitalismo popolare (1986), El filò o la veglia di stalla. Un istituto di socialità contadina (1992), Cultura del Veneto rurale tra pregiudizi e valori (2002), L'eredità del metalmezzadro nel veneto agropolitano (2009)...
Tra i testi sia di impianto storico, sia narrativi, focalizzati sul nostro territorio, merita segnalare: Un'infanzia nel '45 nel Veneto della guerra civile (1999), Il lungo viaggio. Dalle terre venete alla selva brasiliana (2007), Cara Piave (2010), La piccola città sul fiume (2012) e la summa Una Terra antica. Cultura storia e tradizioni dell'Opitegino del 2014.
Anche la storia e la cultura culinaria, come fattori di identità, sono state argomenti perlustrati con insistenza e passione: La cucina delle generazioni. Convivialità, ritualità, simbologia nel mangiare (1987), Reverenti memorie sul signor Pan e la illustrissima signora Polenta (1989), Creaturam vini. I riti del vino (1995), La festa delle vigne. Il vino: storia, riti, poesie (2003), Il profumo delle tavole. Tradizione e cucina delle Venezie (2006), Il buon governo delle cose che si mangiano. Gastronomia e pluralità delle culture (2006), Venetia fragrans. Cucine e identità a Nord Est (2013), Quando raboso e friularo si chiamavano vin moro del 2017.
È stato tra i pochissimi che hanno intuito il valore storico e sociale dell'emigrazione, veneta in particolare, e gli studi e le narrazioni che vi ha dedicato l'hanno reso uno dei massimi esperti del fenomeno, proteso alla ricerca di «un altro Veneto diffuso sul pianeta, con altri 5 milioni di corregionali, andati a "catàr fortuna"», come ha intitolato uno dei suoi libri più fortunati. «Fosse Argentina o Australia, Brasile o Canada, ovunque Bernardi aveva cercato e (ri)trovato riti e tradizioni, costumi e filastrocche, piatti e calici» (Andrea Passerini. Una vita a indagare tradizioni e trasformazioni ... «La tribuna di Treviso», 7 aprile 2021). Oltre al già citato Il lungo viaggio, si vedano: Veneti di Argentina (1987), A catar fortuna. Storie venete d’Australia e del Brasile (1994), Geremia Lunardelli "O rei do cafè" ... (1997), Emigrazione ed immigrazione: educare alla interculturalità (2000), Veneti negli Stati Uniti d'America (2008), Quegli emigranti che conquistarono il mondo (in Veneto, una favola del mondo) anch'esso del 2008.
Una diramazione coerente al suo tragitto di studio e di vita risulta anche quella dedicata alle genti dell'IstriaNota 1, «terra veneziana e slava, mischiata di tante culture, piccolo specchio dell’universo»: Il gruppo nazionale italiano in Istria e a Fiume oggi (1991), Istria d'amore (2012), La condizione istriana: policentrismo e pluralità di culture. Postumo uscirà “Terre perse: l’amputazione della Venezia Giulia dall’8 settembre 1943 al 10 febbraio 1947” , il libro su Istria e Dalmazia di cui stava correggendo le bozze.
Ulderico Bernardi, dopo la laurea in economia e commercio a Venezia e in sociologia a Trento, è stato docente universitario di sociologia dei processi culturali e comunicativi a Ca' Foscari a Venezia, con cattedra anche di sociologia del turismo, a conferma degli interessi e delle attività riguardanti anche le ricadute pratiche ed economiche dei problemi studiati. Collaboratore di vari giornali e riviste, è stato impegnato inoltre in vari ambiti istituzionali ed associativi: Consiglio di amministrazione Fondazione Cassamarca con Dino De Poli, Collana sulle culture popolari venete della Fondazione Giorgio Cini di Venezia, Centro Studi Nazionale dell'Accademia Italiana della Cucina, dell'Accademia della Vite e del Vino e dell'Accademia Alimentare Italiana, Premio Gambrinus " Giuseppe Mazzotti", Premio letterario Nonino, ecc.).
Ulderico era il più giovane dei quattro figli di Olga Ravasin e Arrigo Bernardi, assassinato nelle stragi di fine conflitto in un agguato partigiano a Fagarè il 24 marzo 1945 mentre tornava dal lavoro verso sera da Treviso all'abitazione di Oderzo. Gli altri fratelli sono Umberto (1924-2017), Giuliano (1927), Mario (1931-2015). Nella sua più recente storia "opitergina" Una Terra antica cit. (2014), una lucidissima sezione "Il sangue di Oderzo" è dedicata - insieme con i "Fatti" di Oderzo dell'aprile-maggio 1945 - anche alla figura del padre, ricostruendo dopo pazienti ricerche il suo assassinio e identificando esecutori e mandanti (pp. 271-318).
Una rassegna delle principali pubblicazioni si può consultare in uldericobernardi.it/abstract
Un elenco bibliografico quasi completo si trova in uldericobernardi.it/bibliografia
Nota
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