“La Macchia Nera. Come il fascismo è andato al potere” racconta la genesi e la crescita del fascismo. Ripercorre il contesto e le vicende che hanno portato un piccolo e aggressivo movimento nazionalista a divenire una forza di massa, capace di conquistare il potere nell'ottobre 1922.
Podcast in sei puntate, ascoltabile su tutte le principali piattaforme streaming
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Nel dopoguerra l'Italia si trovò in una crisi profonda, lacerata da tensioni sociali, politiche ed economiche.
Tra l'esasperazione dl nazionalismo provocata dal mito della vittoria mutilata e la crescita notevole dei partiti di massa, come il partito socialista e il partito popolare, nacque nel 1919 a Milano un nuovo movimento politico fondato da Benito Mussolini: i Fasci italiani di combattimento. Attraverso l'uso sistematico della violenza squadrista che colpiva i lavoratori (operai e contadini) i Fasci – dal 1921 divenuti Partito nazionale fascista (PNF) – riuscirono a interpretare la reazione conservatrice delle classi dirigenti italiane preoccupate esclusivamente di arginare lo spettro della rivoluzione socialista.
In nome dell'ordine sociale, nel 1921 Mussolini entrò in Parlamento con il PNF e nell'ottobre del 1922 diede vita alla Marcia su Roma, un vero e proprio colpo di Stato, legittimato dal Re Vittorio Emanuele III che affidò proprio a Mussolini l'incarico di formare un nuovo governo di coalizione a guida fascista.
Tra il 1922 e 1924, Mussolini fece approvare una nuova legge elettorale maggioritaria che gli consentì nel 1924, in un clima crescente di violenze, intimidazioni e brogli, di vincere le elezioni. Il socialista Giacomo Matteotti denunciò pubblicamente i brogli elettorali e fu rapito e ucciso dai fascisti. Con il discorso alla Camera del 3 gennaio 1925 Mussolini si assunse la responsabilità morale dell'assassinio di Matteotti e, con le leggi fascistissime che impose subito dopo, inaugurò la sua dittatura.
Per aprire lo scenario di contesto di questa sezione - che ospiterà contenuti storici e culturali (documenti, analisi, saggi, testimonianze, iconografia...) sul Ventennio di dittatura fascista nei nostri territori - ho scelto la rapida sintesi che RaiRadio3 attraverso "Maturadio Storia - Lezioni in podcast" offre ai giovani che si preparano all'esame di maturità. L'ho fatto per attenermi ad un discorso come si potrebbe fare appunto a scuola ai propri allievi, con uno stile che rinuncia all'ideologia, ma non nasconde le ricostruzioni assodate sui fatti e sui protagonisti e la riflessione storiografica in merito.
Ci sarà la possibilità, con i contributi che si succederanno, di specificare e approfondire le questioni più controverse o ancora aperte (o riaperte, per meglio dire).
Un primo contributo da segnalare in questa prospettiva è il dossier "1919-22: Il Veneto in bianco, rosso e nero", pubblicato nel numero 2/2021 della rivista «Venetica», che indaga la composizione e l’evoluzione dello scenario politico veneto susseguito alla nascita - nell’arco di appena 24 mesi - dei tre partiti protagonisti della politica novecentesca.
Il 18 gennaio 1919 nasce a Roma il Partito popolare; il 23 marzo 1919 vedono la luce a Milano i Fasci di combattimento; ed infine il 21 gennaio 1921 avviene a Livorno la famosa scissione che porta alla nascita del Partito comunista d’Italia.
Difficile pensare che si tratti di una semplice coincidenza. Quali sono le ripercussioni per gli equilibri politici in Veneto?
Tra le tensioni e le incertezze che la guerra aveva portato con sè, a cui si aggiungono gli echi lontani della rivoluzione scoppiata in Russia, anche in Veneto la politica si fa di massa e la mobilitazione popolare appare eccezionale. Su questo sfondo, carico di tensioni e di energie, nascono dei nuovi soggetti politici che metteranno definitivamente fuori gioco la classe dirigente che da decenni aveva governato il Veneto e l’Italia intera.
I tanti volti del 1943-45. Storia, rappresentazione e memoria, a cura di G. Sbordone, Nadia Olivieri, S. Peli | edizioni.cierrenet.it/riviste/i-tanti-volti-del-1943-45
Questo numero di Venetica fa il punto della situazione sugli studi relativi al 1943-45, il biennio da cui deriva la nostra Repubblica democratica, a settant’anni di distanza.
Le ricerche attuali mostrano, anche in ambito veneto, un allargamento del campo di studi su quella fase storica: dal movimento partigiano propriamente detto – magari visto attraverso nuove fonti o nuove prospettive – alle forme disarmate o meno scontate di Resistenza, alle vicende dell’esercito, alle vittime civili, alle “zone grigie” e al collaborazionismo; e lo sguardo può rinnovarsi anche in un’ottica di genere, alla scoperta di rappresentazioni e stereotipi, sia sul versante partigiano che su quello nazifascista.
INDICE
Giornata della memoria | Oderzo, 27 gennaio 2020 | Cinema Turroni, ore 20:30 - 23:00
Proiezione del film "1938 - DIVERSI" di Giorgio Treves
Intervengono Sara Pasqualin (CGIL Treviso) e rappresentanti degli STUDENTI MEDI dell'ISISS Scarpa e dell'ISIS Obici.
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