I fratelli Pompeo e Galeazzo della nobile famiglia Tomitano di Feltre erano arrivati a Oderzo all'inizio del 1500 per eseguire lavori di bonifica e di inalveazione del Monticano e, qui trasferitisi, furono gli iniziatori del ramo opitergino sposando due nobili sorelle Melchiori di Oderzo, Chiara e Jacoma. Il loro casato risulta ascritto al Nobile Consiglio della Magnifica Comunità nel 1556. I Tomitano avevano edificato a propria abitazione due grandiosi palazzi in Borgo Grande (nell'attuale via Umberto I) e, dopo la metà del 1600, fecero erigere nello spazio scoperto fra i due palazzi anche un Oratorio dedicato al Beato Bernardino da Feltre (al secolo Martino Tomitano).
Un membro della famiglia, molto reputato nel proprio tempo, fu l'erudito e bibliofilo Giulio Bernardino (Oderzo, 1761-1828) [→ Tomitano Giulio Bernardino]. L'ultimo discendente del casato fu Pompeo Tomitano (Oderzo, 1824-1898). Fece parte per molti anni del Consiglio comunale (dal 1855 al 1871), non solo come consigliere, ma anche come assessore e infine sindaco per un biennio, dopo l'annessione all'Italia, fra il 1867 e il 1869. La sua memoria resta tramandata dal nuovo Ospedale di Oderzo a lui intitolato, inaugurato il 25 giugno 1905, per la cui fondazione egli aveva destinato – quando morì – il suo patrimonio, che ammontava a 235.84 lire al lordo (182.992 al netto). [→ Tomitano Pompeo]
Il palazzo, edificato a metà del '500, seguiva la tipologia tradizionale veneziana tripartita a salone centrale passante ed aveva portico a tre grandi arcate a tutto sesto e finestre ad arco. La facciata era affrescata a fasce di girali d'acanto e putti poste in senso orizzontale mentre tra le finestre v'erano quadri con rappresentazioni mitologiche che alludevano alle virtù dei proprietari e nel portico era dipinta una Madonna con Bambino.
Verso il 1680, Matteo Tomitano (1596-1682) fece costruire nell'area scoperta tra l'edificio e quello a lato un oratorio dedicato al Beato Bernadino da Feltre (al secolo Martino Tomitano), membro del casato.
Le radicali trasformazioni del palazzo
Dalla metà del XIX secolo il palazzo fu sottoposto a radicali trasformazioni: la parziale ricostruzione – a causa di cedimenti – specie della parte sinistra; il rifacimento del prospetto (eliminazione della trifora ad arco del piano nobile, sostituita da una trifora architravata, una cimasa in pietra d'Istria e un poggiolo con ringhiera in ferro battuto; uniformazione ad architrave di tutte le finestre originali ad arco con sostituzione di parte dei davanzali e chiusura della trifora al secondo piano). Anche gli interni furono interessati: ricostruzione del vano scale; controsoffittatatura delle stanze che nascose i solai in legno provvisti di cantinelle dipinte; copertura con calce degli affreschi sulle pareti e demolizione dei caminetti antichi; rifacimento dei pavimenti in terrazzo veneziano.
Altre modifiche edilizie eseguite verso il 1870 comportarono la realizzazione nella corte di una nuova ala che unì le preesistenze al palazzo.
Nel secolo scorso, infine, per ricavare i due negozi attuali si demolirono i solai dei mezzanini originali, furono aperte grandi vetrine, oltre ad altre demolizioni e modifiche al secondo piano.
Il restauro generale del 1987
Attorno al 1987, il palazzo ha goduto di un restauro generale: ricostruzione parziale dei solai dei mezzanini (visibili ora all'interno dei negozi); ripristino dei saloni centrali sia al piano primo (e messa a vista di una decorazione tardocinquecentesca nella cucina) sia al secondo piano, caratterizzato da una fascia ad affresco.
Al terzo piano è stata ricavata una piccola terrazza nella parte sinistra dell'edificio, sul prospetto a Nord-Ovest, lì dove nel 1800 era stata ricostruita una parte del tetto ribassata.
Sul prospetto Sud sono state riaperte e riposizionate le finestre antiche ad arco e la trifora del secondo piano col poggiolino centrale «mentre quella del primo, di fattura ottocentesca, è rimasta nella sua configurazione in quanto già storicizzata dal punto di vista storico e stilistico».
[Testo ricavato da Luciano Mingotto, Palazzo Tomitano, in Cristina Vendrame, Luciano Mingotto, Maria Teresa Tolotto, Oderzo Veneziana. Evoluzione urbana, città dipinta e dimore storiche, Becco Giallo, 2017, pp. 145-147; 278]
Sugli affreschi si può vedere il contributo di Luca Majoli, Palazzo Tomitano e Ca' Salvini, in Vasco Fassina, Luca Majoli, Damiana Magris, Arianna Gambirasi, Valentina Dona, Verifiche sui protettivi nel centro storico di Oderzo palazzo Tomitano e Ca' Salvini, negli Atti della Giornata di studio "Facciate dipinte. Verifiche sui protettivi e metodologie innovative di pulitura a Feltre e nel Veneto orientale", Feltre 25/11/2005, a cura di Anna Maria Spiazzi, Vasco Fassina, Fabrizio Magani, stamp. Saonara 2006.
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