L'11 marzo 1896 il Consiglio provinciale di Venezia aveva approvato l'affidamento della decorazione del soffitto nella sala per le adunanze di Palazzo Corner della Ca' Granda (allora sede della prefettura e del Consiglio provinciale stesso) a Giuseppe Vizzotto Alberti e Vincenzo De Stefani, in base alle risultanze dell'apposito precedente Convegno del 7 marzo: «Il soffitto sarà decorato a lacunari dipinti, incorniciati in legno a rilievo a seconda delle sezioni che risultano dai tipi suaccennati. Nello scomparto dei cassettoni risulterà un quadro centrale di mt 5,50 per mt 2,30 e quattro rotondi del diametro di mt 1,70. Il soggetto di questi quadri sarà allegorico alla grandezza morale di Venezia, al suo dominio, alla sua virtù di governo. La trabeazione sarà essa pure in legno a rilievo, ornata nelle sue membrature col fregio scompartito a mensole di sostegno del gocciolatoio, pur esse in legno e negli scomparti fra le mensole stesse verranno dipinti degli emblemi, e stemmi dell’antico Dogato e dell’attuale Provincia».
Nel “Convegno” era stato descritto anche come doveva essere realizzata la decorazione della sala nel fregio sotto la cornice e che cosa avrebbe dovuto rappresentare il fregio, che però non sarà attuato secondo quelle indicazioni: «All’ingiro della sala, sotto la cornice, ricorrerà un grandioso fregio storico diviso in sette scomparti (tre nella parete tramontana e due per ciascuna delle due pareti minori) divisi da altrettanti pilastrini e rappresentanti detti quadri sette fatti dei più salienti della storia di Venezia. Le pareti avranno un tono intiero di tinta neutra che richiamerà le fasce del soffitto. (...) Tutte le dipinture saranno eseguite ad encausto e non a tempera».
Il 16 aprile i due pittori stipulavano con l'Ufficio Tecnico il verbale di consegna per i lavori.
Giuseppe Vizzotto Alberti e Vincenzo De Stefani
Venezia protettrice delle Arti, dell’Industria, dell’Agricoltura e delle Scienze, 1896-1897
Il soffitto della sala delle adunanze del Consiglio provinciale «accoglie nel centro un dipinto ad olio su tela rettangolare che raffigura Venezia protettrice delle Arti, dell’Industria, dell’Agricoltura e delle Scienze, in cui l’allegoria di Venezia, rappresentata come una solenne figura femminile vestita d’oro e avvolta di un ampio mantello, sta ritta al vertice di una scalinata. La circondano, a renderle omaggio, varie figure maschili e femminili, impersonificazioni delle Arti, dell’Industria, dall’Agricoltura e delle Scienze. Lo stile che contraddistingue l’opera, se da un lato rivela ancora ben chiare radici nella pittura storico-accademica alla Hayez, dall’altro prefigura già la leggiadria del Liberty, stile che in quegli anni stava ormai dilagando in tutta Europa. Gli artisti qui danno inoltre prova di grandi capacità tecniche e assoluta destrezza nella prospettiva e nel gioco di luci e ombre: la scalinata è dipinta con un effetto trompe-l’œil, che induce l’osservatore a vederla in tridimensionalità e, percorrendo la sala tenendo lo sguardo al soffitto, la scala pare “seguire” lo spettatore» (Caʼ Corner La Caʼ Granda. Itinerario tra ieri ed oggi, Testi di Patrizia Lucchi, Anna Pietropolli, Città metropolitana di Venezia, s.d., pp. 29-33 | web.provincia.venezia.it)
Giuseppe Vizzotto Alberti e Vincenzo De Stefani
Allegorie della Giustizia, della Sapienza, del Mare e della Terra, 1896-1897
La decorazione del soffitto è completata dai quattro tondi con Allegorie che rappresentano le virtù e i domini di Venezia dogale, impersonificate e impersonificati da altrettante figure: La Giustizia e La Sapienza, in corrispondenza ai lati maggiori del quadro centrale, Il Mare e La Terra, ai lati minori. I tondi sono inscritti entro una cornice circolare minutamente dipinta, a sua volta entro un quadrato. Ogni cornice circolare riporta un motto in latino riferito alla Allegoria contenuta. I due artisti hanno si sono misurati con «schemi decorativi “classici”», in particolar modo le «strutture decorative del Palazzo Ducale».
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Allegoria della Giustizia
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Allegoria della Sapienza
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Allegoria del Mare
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Allegoria della Terra
Giuseppe Vizzotto Alberti, Vincenzo De Stefani,
Processione Dogale davanti al porticato delle Procuratie Vecchie
- 1. Decorazione della parete ad oriente;
- 2. Decorazione della parete a tramontana. Si nota il cartiglio con la firma dell’autore e la figura del turco a braccia spalancate immediatamente sotto, forse l’autoritratto dell’artista;
- 3. Decorazione della parete ad ovest.
Lungo tre lati della della sala del Consiglio provinciale, nella parte alta delle pareti, subito sotto il soffitto, corre senza interruzioni per 42 metri un fregio dipinto ad affresco eseguito a quattro mani dal Vizzotto con Vincenzo De Stefani, che rappresenta una delle processioni che il Doge Giovanni Mocenigo (1478-1485), il Clero e le varie Magistrature di Venezia solevano fare nelle ricorrenze di solennità civili ed ecclesiastiche.
Nella sequenza dei personaggi raffigurati, antefatto per l'ispirazione dei due artisti poterono essere:
- - il Viaggio a Gerusalemme del milanese Pietro Cosola in cui discorre della processione del Corpus Domini cui fu presente in Piazza S. Marco nel 1494;
- - lo stesso Sanudo che nei suoi diari ricorda simili processioni;
- - il famoso quadro di Gentile Bellini che ritrae la piazza San Marco nel 1496, durante una processione;
- - l'incisione La Processione del Doge nella Domenica delle Palme, lunga quattro metri, impressa in Venezia per Mattio Pagan (1556-69), "in Frezzaria al segno della Fede": «Precedono otto vessilli di seta, col leone di San Marco, (...) due bianchi, due celesti, due rossi, due color d’ametista, (simboleggiano rispettivamente la pace, la guerra, la lega e la tregua), portati dai comandadori, dal lungo mantello turchino e il rosso berretto, adorno di uno zecchino. Tra il suono di trombe d’argento e di pifferi, s’avanzano i familiari degli ambasciatori, gli scudieri e il cavaliere del doge, col missier grande e lo scalco, il chierico ducale, sei canonici in piviale, il patriarca in paramenti pontificali, circondato dal clero, i segretari, il cappellano ducale e due scudieri che recano la sedia dorata e un guanciale di ristagno d’oro. Sotto un’ombrella di drappo d’oro, (...) appare il doge col manto d’oro e l’ermellino, e dietro a lui il nunzio ponificio, l’ambasciatore cesareo e gli altri legati, un patrizio che porta un lungo stocco e infine, in lunga schiera, patrizi e magistrati, ritti, insaldati, pettoruti, in vesti di velluto e di damasco».
Dettagliata era anche la memoria grafica di una di queste processioni lasciata da Giacomo Franco nell'opera Habiti d'Huomeni et Donne Venetiane con la Processione della Serma. Signoria et altri particolari cioè Trionfi Feste et Cerimonie Publiche della Nobilissima Città di Venetia, 1610 ca. (→ gallica.bnf.fr)
«La processione si svolgeva nella Domenica delle Palme, ma anche nella festa del Corpus Domini ed in altre occasioni solenni. Il Doge era il simbolo vivente della dignità e della magnificenza dello stato. Il doge portava in capo un corno d’uso, sopra al camauro, o rensa, una sorta di caratteristica cuffietta di tela di Reims. Il “corno” portato in parata è quello col quale il Doge viene incoronato, dopo essere stato eletto, in cima alla scala dei Giganti del Palazzo Ducale e che indossa una sola volta all’anno, il giorno di Pasqua. La corona dogale è un esemplare preziosissimo tempestato di gemme: è talmente unico e ricco che a Venezia veniva chiamato la “Zogia”, il gioiello per antonomasia.
Comparando la raffigurazione della processione presente nell’incisione del Pagan con quella realizzata nel fregio di Ca’ Corner emerge che l’unico personaggio di assoluta invenzione è il turco che si trova proprio sotto al cartiglio con la firma del Vizzotto Alberti. Forse si tratta dell’autore stesso che – con le braccia spalancate – presenta al pubblico la sua opera» (Caʼ Corner La Caʼ Granda. Itinerario tra ieri ed oggi, Testi di Patrizia Lucchi, Anna Pietropolli, Città metropolitana di Venezia, s.d., pp. 31-32 | web.provincia.venezia.it)
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Bibliografia e sitografia
- [2017] Matteo Mirko Bonanomi, La decorazione pubblica in Italia tra l'Unità e la prima guerra mondiale, Tesi di dottorato, Storia dell'arte, cinema, media audiovisivi e musica, Ciclo XXX, UniUd, 2016-2017, Supervisore prof. Alessandro del Puppo, 3.1. Venezia, Ca' Corner della Ca' Granda, pp. 46-58; 138-139 | air.uniud.it/Tesi-Bonanomi
- [s. d.] Caʼ Corner La Caʼ Granda. Itinerario tra ieri ed oggi, Testi di Patrizia Lucchi, Anna Pietropolli, Città metropolitana di Venezia, s.d., pp. 28-33 | web.provincia.venezia.it
- [1897] Alessandro Stella, Le decorazioni della Sala del Consiglio provinciale di Venezia, «Natura e Arte», Rivista illustrata quindicinale italiana e straniera di scienze, lettere ed arti, VII, 1897, pp. 883-891 | BDL Biblioteca Digitale Lombarda | bdl.servizirl.it/bdl/bookreader
- [1610] Giacomo Franco, Habiti d'Huomeni et Donne Venetiane con la Processione della Ser.ma Signoria et altri particolari cioè Trionfi Feste et Cerimonie Publiche della Nobilissima Città di Venetia, 1610 ca. | gallica.bnf.fr | Leggi pdf
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