La Villa Morosini, Revedin, Giol ...
L'edificazione del primo complesso in un lotto delimitato a nord dal fiume Monticano ha origini alla fine del Cinquecento dalla famiglia Foscarini .
È costituito dalla villa, da annessi rustici e da un oratorio, situato a fianco dell'ingresso.
Il corpo padronale è a pianta rettangolare elevata su tre piani ed ha il fronte tripartito.
Il piano terra con finitura di intonaco a rilievo presenta fughe a finto bugnato.
Sul prospetto principale, al piano nobile, le tre finestre centrali sono decorate sopra l'architrave da una cimasa triangolare sostenuta da mensole a voluta; le due finestre affiancate hanno una cimasa modanata lineare, sempre sostenuta da mensole a voluta, mentre le finestre dei settori laterali hanno un listello modanato ma privo di mensoline.
Le tre finestre centrali si aprono su un balcone sostenuto da mensole, a cui fa da parapetto una balaustra con colonnine ripartita da pilastrini.
L'aggetto della porzione mediana del prospetto è marcato in copertura da una cornice di gronda a dentelli.
Le barchesse fanno oggi parte di villa Coral (← Vedi).
L'oratorio, dalle geometrie neoclassiche, ha il fronte sulla strada chiuso da una semplice cornice liscia e un arco cieco sopra l'ingresso. Il volume centrale è sormontato da una cupola ribassata mentre quelli delle cappelle laterali sono voltati a botte
La ghiacciaia situata all'interno del parco giardino è oggi adibita a cantina.
L'edificio è attualmente albergo-ristorante
Riferimenti
- Gorgo al Monticano - Villa Morosini, Revedin, Giol - Scheda Catalogo Provinciale TV 250 - IRVV-A0500000298 Ctr 106 NE | irvv.regione.veneto.it | Leggi pdf
- Gorgo al Monticano - Villa Morosini, Revedin, Giol - Scheda Sistema IVV-A_0001418 (Compilazione 1989; Aggiornamento-revisione 2010, 2014) | irvv.regione.veneto.it | Leggi pdf
- Ville venete: la Provincia di Treviso, a cura di Simonetta Chiovaro, Sergio Pratali Maffei, C. Ulmer, Introduzione di Franco Posocco, IRVV - Marsilio, Venezia 2001
- Villa Revedin - La storia | villarevedin.it/storia
Trascrizione della Scheda TV 250 - IRVV-A0500000298 Ctr 106 NE ↓
L’insediamento dominicale, le cui origini risalirebbero alla fine del cinquecento, viene edificato dalla famiglia Foscarini in un sito che a settentrione è delimitato dall’argine del fiume Monticano. Il “catastatico” Cornaro Foscarini del 1765 (Vocialta, 1990) ce ne riporta l’immagine di quegli anni. La residenza padronale, con le facciate rivolte all’incirca verso nord e verso sud, è rappresentata in forme dissimili dalle attuali, composta da un avancorpo più alto delle ali che lo fiancheggiano. Sul lato orientale si distende un lungo annesso porticato, oggi non più esistente, mentre lo spazio antistante la villa è delimitato ad est dalla barchessa dominicale, interamente porticata, ad ovest dal “forlador” e dal granaio. In chiusura della corte, al centro, l’arrivo del viale rettilineo d’accesso, e su un lato la casa del fattore, dove in seguito sorgerà l’odierna villa Coral.
L’operazione di acquisto dei terreni e immobili compiuta nel 1811 dalla famiglia Revedin comprende anche la villa, ma soprattutto determina l’introduzione nel territorio gorghense, durante il corso del secolo, della moderna mentalità imprenditoriale per la gestione dei fondi agrari, volta essenzialmente alla razionalizzazione dei processi produttivi. Ciò comporta, tra le varie cose, il ricorso a nuove modalità di sfruttamento dei terreni, l’adozione di aggiornati mezzi tecnologici per la produzione manifatturiera e, non ultimo verso la metà del secolo, l’elaborazione e la costruzione di uno specifico edifico rurale per il lavoro e l’abitazione, diffuso nelle proprietà dei Revedin dalla metà del XIX secolo. Queste “case del conte” sostituiscono le vetuste e obsolete case dei contadini, ancora di frequente costituite dai tradizionali casoni in mattoni crudi e tetto di canne o paglia.
Al ruolo imprenditoriale di alcuni esponenti della famiglia di origine veneziana, consegue l’impegno nella politica locale e nazionale: il conte Luigi, principale responsabile delle trasformazioni attuate nelle proprietà di Gorgo al Monticano, è anche senatore del Regno. Non stupisce quindi che i nuovi proprietari vogliano aggiornare anche l’aspetto della propria residenza di villa, vuoi per un doveroso risanamento delle strutture, vuoi per altrettanto necessari motivi ideologici di rappresentanza.
Per questo rinnovamento, avvenuto durante la prima metà dell’Ottocento, è scelto un linguaggio che adotta la chiarezza e il rigore neoclassici, ricomponendo le consuete forme settecentesche in nun edificio dalle geometrie stereometriche, con tetto a padiglione, appena segnato al centro dallo sporgere dell’avancorpo. Su di questo le aperture si infittiscono, mentre misurati elementi decorativi individuano l’inevitabile gruppo di tre finestre del salone, unite da un poggiolo con balaustra.
Il distendersi con continuità delle superfici murarie è percorso solamente da fasce marcapiano e dalle fughe di un finto bugnato che riveste il paino terreno.
La riprogettazione coinvolge anche spazi e oggetti esterni. Se le due barchesse a meridione mantengono le forme originarie, il giardino sembra assumere i tratti tipici del parco romantico. Tra gli alberi ora secolari si trova una ghiacciaia – adibita a cantina, dopo la trasformazione negli ultimi decenni della villa in un albergo – mentre a fianco dell’ingresso sorge l’oratorio.
Anche per questo piccolo edificio le geometrie neoclassiche paiono d’obbligo: il corpo, sormontato da una cupola ribassata, è chiuso nella facciata rettangolare da un semplice cornicione aggettante, ed è percorso, alla quota dell’architrave del portale d’ingresso, da una cornice liscia che segna la linea di gronda dei volumi sporgenti dalle cappelle laterali e di quella centrale voltata a botte. In facciata, oltre all’arco cieco sopra l’ingresso, solo la specchiatura di un’iscrizione di dedica: Redemptori”