Giovedì 5 dicembre alle 20.30 nell’aula magna del seminario vescovile di Vittorio Veneto sarà presentata l'appena pubblicata ricerca dell’Isrev "e Vittorio diventò fascista” firmata dal direttore scientifico Pier Paolo Brescacin, che analizza il "Ventennio" dal 1922 al 1945, dal radicamento progressivo del fenomeno fascista fino all'epilogo di Salò e della Resistenza. Si tratta di una ricostruzione monumentale di circa 800 pagine, in tre volumi.
Ne parleranno, insieme con l'autore, il prof. Raoul Pupo, professore emerito di storia contemporanea dell’Università di Trieste, e Giampaolo Zagonel, consigliere di Serravalle Viva e direttore della Rivista Archivio Storico Cenedese.
(da: ISREV - Istituto per la Storia della Resistenza e della Societa' Contemporanea del Vittoriese Aps, Progetti in corso, Nascita e affermazione del Fascismo a Vittorio Veneto | isrev.it/iniziative).
Anche nel campo della ricostruzione storica locale il copione non cambia: il tema Fascismo ha sempre rappresentato una sorta di tabù, un qualcosa di "non politicamente corretto", un terreno minato che rischiava di mettere in cattiva luce colui che aveva avuto l'ardire di avventurarvisi. Di conseguenza molti studiosi, che avrebbero voluto affrontare l'argomento, hanno preferito fare marcia indietro e occuparsi d'altro. Così ognuno preferisce rifugiarsi nell'interpretazione che più risponde ai propri desiderata o meglio si adatta alle varie situazioni che stanno esaminando. Troppo poco per un periodo che ha occupato, nel bene e nel male, venti e più anni della nostra storia nazionale e cittadina e che ha determinato ciò che siamo oggi.
Non rimane dunque che un ritorno ai fatti, all'analisi vera e propria del Fascismo nel suo dispiegarsi fenomenico, nella consapevolezza che per comprendere e definire un fenomeno come il Fascismo è necessario anzitutto scriverne la sua stessa storia. Naturalmente in questo progetto la nostra indagine sarà incentrata su scala locale, cioè con una lente di ingrandimento rivolta alle vicende occorse a Vittorio Veneto; siamo convinti tuttavia che ciò non costituisca un limite, ma addirittura un modo per capire meglio come il Fascismo si è declinato in chiave nazionale, in quanto storia locale e storia generale altro non sono che i due aspetti dello stesso fenomeno»