Villa Filippi, Tiepolo, Papadopoli, Sacilotto, Rietti-Rota a Villanova di Motta di Livenza

Villa Rietti Rota è un complesso architettonico cinquecentesco edificato a ridosso dell’argine del fiume Livenza presso Villanova di Motta di Livenza.

La Villa, costruita nel 1580 come dimora di villeggiatura per volontà del nobile veneziano Filippo Filippi, cambiò spesso proprietario nel corso dei secoli. La proprietà passò dapprima ad Alvise Tiepolo (i Tiepolo figurano tra le famiglie possidenti più antiche di Villanova) fino alla meta del XIX secolo e tra Ottocento e Novecento toccò per via ereditaria ai conti Papadopoli, che la trasformarono in moderna azienda agricola[1], ma la vendettero nel 1914 ad una società francese. Fu acquistata nel 1919 dal comm. Michelangelo Sacilotto, che la cedette infine alla famiglia Rietti Rota, nel 1928. Durante la prima guerra mondiale divenne sede di un ospedale militare dell’esercito austriaco e, nella seconda, fu occupata come comando tedesco, che la lasciò dopo averne razziato e devastato il patrimonio.

I Rietti Rota la restaurarono e la tennero sino al 1972, quando fu acquistata dall’Ente Nazionale Tre Venezie per poi essere trasferita nel 1999 all’Ente di Sviluppo Agricolo del Veneto (ESAV), oggi Veneto Agricoltura, ente operativo della Regione Veneto, rimasto proprietario fino all'avocazione a sè nel 2017 da parte della Regione stessa[2]. L’ESAV ne aveva fatto un Centro Studi e Formazione a servizio dello sviluppo del territorio e per la valorizzazione dei prodotti tipici.

Il restauro più recente risale al 2007. Il territorio attende ora un nuovo rilancio di Villa Rietti Rota.

Complesso Villa Rietti Rota (villa) - Motta di Livenza (TV)
Villa Rietti Rota: prospetto principale | Fonte: sigecweb.beniculturali.it/images
 
Complesso Villa Rietti Rota: ex Barchessa e Corte | Fonte: sigecweb.beniculturali.it/images
 

Barchessa, villa dominicale e oratorio

[Rielaborazione da: Istituto Regionale Ville Venete, Scheda IRVV 00000269 - Ctr 106 NE - TV 370 - Villa Filippi, Tiepolo, Papadopoli, Sacilotto, Rietti-Rota - Motta di Livenza | Leggi pdf]
 
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Alla Villa si accede da un grande cancello di ferro che chiude un muro di cinta di vecchie pietre, percorrendo un lungo viale ortogonale all’asse sul quale si attestano gli eterogenei edifici che compongono il complesso architettonico.

Il primo degli edifici a imporsi, insieme con la sua grande corte, è la barchessa, il cui corpo di fabbrica, alto due piani e ritmato dalle ampie arcate del portico, si sviluppa in senso longitudinale. «I suoi prospetti ripropongono la tipica e ripetuta partitura di arco a tutto sesto su pilastro rettangolare, finestra ad arco ribassato e foro di aerazione», ma rispetto alla struttura originaria hanno subito alcune alterazioni: al piano terra, la muratura di quattro arcate del portico (divenute così arcate cieche finestrate); al primo piano l'ingradimento di alcune finestre fino a comprendere il foro di aerazione sottostante e il conseguente disallineamento orizzontale delle bucature.

Al corpo della barchessa è adossato un più basso edificio delle scuderie.

All’estremità orientale del complesso s'innalza l’edificio padronale del XVI secolo, rispettoso dei canoni tradizionali del palazzo di villa, composto in alzato di tre piani a sezioni differenziate, con facciate principali quasi identiche nella forma e nella distribuzione delle forometrie: al piano terra, una porta di ingresso, di semplice fattura senza stipiti lapidei e di forma rettangolare; al piano superiore, l'elemento caratterizzante della serliana[3] - seppur con le bucature superiori ai lati degli archi murate - indice della presenza del tradizionale salone passante sovrapposto all’androne d’ingresso; al piano attico, le finestre quadrate disposte simmetricamente rispetto all’asse mediano delle facciate.
Nel prospetto volto a sud est, il balcone in corrispondenza della serliana è sorretto da quattro mensole lapidee che incorniciano tre riquadri affrescati.

L’intero volume dell’edificio è concluso da una cornice dentellata su cui poggia la copertura piramidale. L’equilibrio volumetrico del corpo di fabbrica è squilibrato dal piccolo volume annesso al prospetto ovest e da due camini che incorniciano un abbaino.

A lato del corpo padronale è stato eretto un’oratorio gentilizio neogotico in cotto, dedicato a S. Anna, secondo gli elementi tipici dell’architettura eclettica ottocentesca. Ai vertici del tetto a capanna si elevano tre piccole edicole cuspidate, mentre la cornice su cui poggiano è sorretta da arcatelle rampanti. La lunetta posta sopra il portale di ingresso è decorata da un affresco attribuito a Pompeo Marino Molmenti (cfr. Mazzotti, 1954[4]).

Complesso Villa Rietti Rota - Oratorio | Fonte: sigecweb.beniculturali.it/images
 
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Note

  1. [ ⇑ ] Lepido Rocco, alla fine del XIX secolo, descrive la tenuta e la nuova amministrazione, impegnata in vasti lavori di bonifica, nuovi impianti di vigneti e colture innovative come il gelso: «Anche Villanova è paese esclusivamente rurale ed agricolo. La possidenza è in buona parte proprietà dei Signori Conti Angelo e Nicolò Papadopoli di Venezia, che vi hanno una splendida agenzia, con parco e giardino e serra ed una svariata raccolta di piante leggiadre e di rigogliosa vegetazione. Al buon indirizzo che essi danno a mezzo del proprio agente sig. Luigi Vizzotto ed alla ben nota e longanime loro deferenza verso i coloni, devonsi il bonificamento di paludi, la ottima sistemazione ed amministrazione delle campagne, l'impianto recente dei vigneti e d'una grande quantità di gelsi, la diffusione di prati artificiali, l'allevamento assai rimunerativo di molto bestiame da lavoro e da ingrasso, e la equità e mitezza delle condizioni di mezzadria fatte ai loro coloni» (Lepido Rocco, Motta di Livenza e suoi dintorni: studio storico, Tipo-Litografia Sociale della "Gazzetta", Treviso, 1897, p. 610 | Leggi ebook | Leggi pdf | Leggi pdf).
  2. [ ⇑ ] Regione Veneto, Avvio di una procedura di asta pubblica per l'alienazione dell'immobile denominato "Villa Rietti Rota" sito in Comune di Motta di Livenza (TV), frazione di Villanova, via Zampagnon n. 2, in esecuzione del Piano di valorizzazione e/o alienazione degli immobili di proprietà regionale e degli enti strumentali | BUR n. 24 del 03/03/2017 | RegioneVeneto-BUR-03032017.pdf | Gloria Girardini, Troppo alto il prezzo. Nessuno compra villa Rietti Rota. Motta di Livenza, deserta la prima asta a 5,6 milioni di euro Secondo tentativo a giugno, poi via al ribasso del 10%, «Tribuna di Treviso«, 9/5/2017, tribunatreviso.gelocal.it/.../troppo-alto-il-prezzo-nessuno-compra-villa-rietti-rota | Leggi pdf
  3. [ ⇑ ] La serliana, così chiamata dal cognome dell’architetto Sebastiano Serlio (1475-1554), è un particolare tipo di trifora, con le aperture laterali trabeate e quella centrale ad arco, risalente a tarda età romana (propilei di Baalbek in Siria, palazzo di Diocleziano a Spalato). La diffusione di questo schema strutturale e decorativo nel Cinquecento, dovuta al Serlio, ebbe grande rigoglio nell’architettura del Sansovino e del Palladio, e fiorì poi specialmente nell'arte veneta del Sei e del Settecento.
  4. [ ⇑ ] Villa Rietti-Rota a Villanova, in Le ville venete, Catalogo a cura di Giuseppe Mazzotti, Libreria Editrice Canova, 1987 (Ristampa anastatica della III edizione 1954 con premessa di Lionello Puppi), p. 626.
 

Bibliografia / Sitografia