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Villa Zeno, situata a Donegal di Cessalto in provincia di Treviso, è una villa veneta progettata dall'architetto Andrea Palladio intorno al 1554, su commissione di Marco Zeno. L'edificio è dal 1996 nell'Elenco dei patrimoni mondiali dell'umanità (WHL) dell'UNESCO, assieme alle altre ville palladiane del Veneto.

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Prospetto posteriore | Fonte: upload.wikimedia.org/wikipedia/commons
 
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Prospetto anteriore | Fonte: upload.wikimedia.org/wikipedia/commons
 

«Non è certa la datazione del progetto per la villa Zeno a Cessalto, una delle meno conosciute e certo la più orientale (geograficamente parlando) fra le ville palladiane. Ipotesi recenti fissano il progetto al 1554, vale a dire non appena Marco Zeno acquisisce la proprietà della tenuta di Cessalto, e ciò è ben compatibile con le evidenti affinità formali con altre ville dello stesso periodo come Saraceno e Caldogno.
Sicuramente autografa, è pubblicata sui Quattro Libri con grandi barchesse ad angolo retto, in realtà non realizzate sino ai primi decenni del Seicento. Senza dubbio il progetto palladiano interviene trasformando un edificio preesistente, e ciò potrebbe spiegare alcune singolarità della pianta. Pesantemente modificata nel corso dei secoli, attualmente la villa non mostra più la finestra termale originaria, tamponata nel Settecento»
[mediateca.palladiomuseum.org/palladio | whc.unesco.org/document/10124]

Descrizione storico-architettonica

[Tratto da IBACT - Regione del Veneto, La città di Vicenza e le ville del Palladio nel Veneto. Guida al sito Unesco, Ufficio Unesco del Comune di Vicenza, 2009-2012, pp. 199-2012 | vicenzaforumcenter.it]
 

Villa Zeno è situata in campagna, in prossimità del canale Piavon.

Il complesso, organizzato attorno a una corte rettangolare, presenta il corpo dominicale situato in posizione mediana sul lato nord dell’ambito, affiancato da bassi fabbricati laterali, dei quali quello a est risulta più esteso in lunghezza. La corte è racchiusa nei lati orientale e occidentale da altri corpi di fabbrica perpendicolari alla villa; l’edificio a ovest, in particolare, presenta un portico a tre archi.

Il fronte interno della villa, che costituisce l’affaccio anteriore dell’edificio, presenta una coppia di finestre ravvicinate su entrambi i lati della porta d’ingresso, che si ripetono sugli stessi assi al piano superiore. Altre due aperture per lato su entrambi i livelli cadono in prossimità degli spigoli dell’edificio. Il settore centrale si conclude con un largo timpano triangolare, con un oculo circolare al centro, contornato da una cornice a dentelli.

Il fronte esterno, rivolto a settentrione verso la campagna, è aperto al centro da una loggia a tre archi, che insistono su austeri pilastri, e qualificano il settore mediano leggermente aggettante, coronato da un timpano analogo a quello dell’opposta facciata. Lungo la fascia superiore del prospetto si aprono finestre che illuminano il sottotetto.

L’articolazione interna, impostata su un asse longitudinale mediano, si impernia sul lungo salone passante esteso dall’ingresso principale alla loggia posteriore. Su entrambi i lati dello spazio principale si succedono, partendo dalla corte, una sala rettangolare grande, un camerino quadrato e una stanza rettangolare minore aperta verso la loggia; le scale affiancano il salone vicino all’affaccio posteriore.

La villa è stata pubblicata da Palladio nei Quattro Libri, ma non sono stati identificati disegni autografi dell’edificio. Il committente fu Marco Zeno, esponente di una prestigiosa famiglia aristocratica veneziana, che svolse diversi incarichi pubblici (fu anche podestà di Vicenza negli anni 1558-59). Sulla base delle risultanze di recenti indagini, è ormai consolidata tra gli studiosi la convinzione che l’incarico a Palladio per la progettazione sia stato conferito intorno al 1554, subito dopo che Marco Zeno era entrato in possesso del fondo di Donegal, giunto in eredità alla moglie Lucrezia Barbo, e già dotato di una casa domincale e altri rustici. Egli potè seguire da vicino gli sviluppi della fabbrica, essendo divenuto podestà della vicina Motta nel 1556. Non è nota la data conclusiva dei lavori, ma la villa risultava sicuramente completata nel 1566.

L’attuazione del progetto, comunque, fu limitata in quella fase solo all’edificio principale, come documenta una mappa del 1588, in cui il fronte principale verso la corte compare con una finestra termale al di sopra delle tre aperture centrali, composizione pienamente conforme all’idea palladiana e sicuramente attuata con quel disegno. Il ricorso ad alcuni elementi stilistici e distributivi tipicamente palladiani, quali la loggia a tre fornici su pilastri con coronamento a timpano, la finestra termale, il salone passante, accostano questa esperienza a precedenti opere del maestro, come villa Saraceno o la Pisani di Bagnolo; tuttavia a Cessalto la combinazione di tali elementi avviene invertendo lo schema consueto, con la loggia, normalmente posta a connotare il fronte principale, rivolta verso la campagna.

Dall’analisi di due mappe successive del 1625 e del 1639 si deduce che, lungo tale intervallo temporale, furono edificati dei rustici perpendicolari alla villa in conformità al progetto palladiano, ma non i corpi porticati che si sarebbero dovuti affiancare all’edificio; il portico a tre arcate inserito nel fabbricato posto a ovest della corte potrebbe costituire una permanenza di tale costruzione seicentesca.

Corpi di servizio realizzati posteriormente, oggi in larga parte scomparsi, sono documentati dal Muttoni nel 1740. Il complesso subì rilevanti modifiche intorno all’Ottocento, quando furono realizzati i rustici e i fabbricati ancora oggi esistenti. Pesanti stravolgimenti interessarono anche il corpo dominicale, dove fu abolita la finestra termale, sostituita dalle finestre centrali superiori, a causa della suddivisione verticale dello spazio del salone, effettuata per ricavare nuove stanze al livello superiore. Tale inserzione determinò ulteriori trasformazioni negli esterni: le finestre originariamente ad arco del pianterreno divennero rettangolari; furono realizzate le aperture sopra la loggia nel fronte verso i campi.

La situazione attuale

[Fonte: Un gioiello di ieri, un tesoro di oggi | abbaziadibusco.com/villa-zeno]
 

«I diretti discendenti di Marco Zeno sono oggi impegnati nel restauro conservativo della villa, parte importante del patrimonio architettonico e culturale del nostro Paese. Ma anche altre realtà stanno muovendosi per questo obiettivo: un primo ed importante intervento è stato anche reso possibile grazie al contributo concesso dal Gal Terre di Marca. Il restauro riguarda la copertura e le strutture lignee primarie e secondarie, tutti i serramenti esterni, i controsoffitti e gli intonaci.
La villa è stata anche oggetto di numerosi studi delle Università di Padova e Venezia e di un’indagine conoscitiva presentata dall’Architetto C. di Thiene per conto dell’Istituto Ville venete.
È inoltre allo studio un progetto di valorizzazione che possa attrarre sponsor interessati ad investire in progetti culturali ed imprenditoriali di grande rilievo nel rispetto del patrimonio esistente».

 
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Fonti bibliografiche

  • Cfr. mediateca.palladiomuseum.org/palladio/opera-bibliografia
     
  • MIBACT - Regione del Veneto, La città di Vicenza e le ville del Palladio nel Veneto. Guida al sito Unesco, Ufficio Unesco del Comune di Vicenza, 2009-2012, pp. 199-2012
     
  • Andrea Palladio, I quattro libri dell'architettura, Appresso Domenico de' Franceschi, Venezia, 1570 | academia.edu/6113294 | Leggi pdf
     
  • [1570] I quattro libri dell'architettura di Andrea Palladio: ne' quali, dopo un breve trattato de' cinque ordini, & di quelli avertimenti, che sono più necesarij nel fabricare: si tratta delle case private, delle vie, de i ponti, delle piazze, de i xisti, & de' tempij, Appresso Domenico de' Franceschi, Venezia, 1570 | Internet Culturale | Leggi pdf
     
    • da Libro II, p. 49
       
    • villa-zeno-al-donegal-cessalto-da-I-quattro-libri-dell'architettura-di-Andrea-Palladio-libro-II-pag-49.jpg
       
  • [1616] I quattro libri dell'architettura di Andrea Palladio: ne' quali, dopo vn breue trattato de' cinque ordini, & di quelli auertimenti, che sono più necesarij nel fabricare: si tratta delle case private, delle vie, de i ponti, delle piazze, de i xisti, & de' tempij, Appresso Bartolomeo Carampello, Venezia, 1616 | Internet Culturale | Leggi pdf | Getty Research Institute
     
  • [1790] I quattro libri dell'architettura di Andrea Palladio: ne' quali dopo un breve trattato de' cinque ordini, e di quelli avvertimenti, che sono più necessarj nel fabbricare: si tratta delle case private, delle vie, dei ponti, delle piazze, dei xisti, e dei tempj, Appresso Alessandro Mucci, Siena, 1790 | Getty Research Institute | Internet Culturale  | Leggi pdf | Getty Research Institute
     
  • [1740-1760] Francesco Muttoni, Architettura di Andrea Palladio Vicentino con le osservazioni dell'architetto N.N., 9 voll., Venezia, 1740-1760 | Villa Zeno: cfr. Vol. I, p. 22; Vol. V, tav. XXXIII
     
    • [1740] Francesco Muttoni, Architettura di Andrea Palladio, Vicentino: di nuovo ristampata, e di figure in rame diligentemente intagliate arricchita, corretta, e accresciuta di moltissime fabbriche inedite: con le osservazioni dell'architetto N.N., e con la traduzione francese, Tomo primo, Appresso Angiolo Pasinelli, Venezia, MDCCXL (1740) | archive.org/.../33125008638575 | Leggi pdf
       
    • Pag. 22 | archive.org/.../33125008638575
    • «XIX. Palazzo del N. H. S. Alessandrò Zeno Patrizio Veneto Cav. in Villa di Cesalto.
      Il Palazzo del N. H. S. Alessandro Zeno Cav. al Donegal luogo vicino alla Mota nel Territorio Trivigiano, ha la facciata verso la Strada, e Canale del Fiume detto Piavon ad Ostro.
      Nella Pianta, e nel Prospetto è simile alla Tavola XXXII. del Lib. II del Palladio, ma però nella sola parte Dominicale. Le adiacenze da servizio per altro sono variate, e accresciute, con moltissime aggiunte di Opere distribuite in due Cortili. L’uno di questi è rustico, ed ha una Barchessa di quindici arcate ad uso di Tinazzare, di Cantine, e di Granaj, con la Colombara, ed altre fabbriche tutte collocate ad Oriente. L’altro Cortile del Palazzo è compartito in più Viali, che formano quattro quadrati di Giardino, e due Cedrare a’ lati di esso Palazzo; innanzi al quale, uguali all’altezza del pavimento nobile, sono due Terrazze con scalinata nel mezzo per ascendere al medefimo primo pavimento.
      Nelle due parti laterali del Giardino dirimpetto alle Terrazze, sono due Barchesse, ognuna di cinque Archi di prospetto, e due di testa in linea corrispondente, con Portoni riguardanti la strada collocati nel Muro del ricinto. Le dette Barchesse sono seguite da due altre di cinque Archi per parte, ritirate addentro quanto basti a non ingombrare li Viali. Nel terminare di queste seguono soprà la stessa linea due altre fabbriche fino alla strada all’Oriente con la Scuderia, e le Rirnesse per le Carrozze. Con uguale simetrìa ad Occidente è la Casa dell’Agente di S. E. con un grande Orto cinto di Muro, nel quale si vedono molti ordini di Portoni di rincontro ad ogni Viale, da’ quali viene a formarsi un vago ornamento a tutte le parti di essi ricinti, di tutti due li Cortili, e dell’Orto.»
       
    • [1744] Architettura di Andrea Palladio, Vicentino: di nuovo ristampata, e di figure in rame diligentemente intagliate arricchita, corretta, e accresciuta di moltissime fabbriche inedite: con le osservazioni dell'architetti N.N., e con la traduzione francese, Tomo quinto, Appresso Angiolo Pasinelli, Venezia, MDCCXLIV (1744) | archive.org/...33125008647410 | Leggi pdf | Getty Research Institute
       
    • Libro secondo, p. 29: «Il Magnifico Signor Marco Zeno ha fabbricato secondo la invenzione della Tavola XXXIII. in Cesalto luogo propinquo alla Motta, Castello del Trivigiano. (b) Sopra un basamento, il quale circonda tutta la fabbrica, e il pavimento delle stanze, le quali tutte sono fatte in volto: l’altezza dei volti delle maggiori è secondo il modo secondo delle altezze de’ volti. Le quadre hanno le lunette negli angoli al diritto delle finestre: i camerini appresso la loggia hanno i volti a fascia, e così anco la sala; il volto della loggia è alto quanto quello della sala, e superano tutti due l’altezza delle stanze. Ha questa Fabbrica giardini, cortile, colombara, e tutto quello, che fa bisogno all’uso di Villa», Libro Secondo, Capitolo XIV, Dei disegni delle Case di Villa di alcuni Nobili Veneziani, p. 29
       
    • Libro secondo, p. 31 (Tav. XXXIII)
       
    • villa-Zeno-al-donegal-cessalto-tavola-XXXIII
       
    • Altri Tomi
       
    • Francesco Muttoni, Architettura di Andrea Palladio, Vicentino: di nuovo ristampata, e di figure in rame diligentemente intagliate arricchita, corretta, e accresciuta di moltissime fabbriche inedite: con le osservazioni dell'architetto N.N., e con la traduzione francese, Tomo terzo, Appresso Angiolo Pasinelli, Venezia, MDCCXLI (1740) | https://archive.org/details/gri_33125008638633 | https://archive.org/download/gri_33125008638633/gri_33125008638633.pdf
       
    • Francesco Muttoni, Architettura di Andrea Palladio, Vicentino: di nuovo ristampata, e di figure in rame diligentemente intagliate arricchita, corretta, e accresciuta di moltissime fabbriche inedite: con le osservazioni dell'architetto N.N., e con la traduzione francese, Tomo settimo, Appresso Angiolo Pasinelli, Venezia, MDCCXLVII (1747) | https://archive.org/details/gri_33125008638823https://archive.org/download/gri_33125008638823/gri_33125008638823.pdf
       
  • [1796] Palazzo che è stato eretto in Cesalto, luogo vicino alla Motta, Castello del Trivigiano, in [Ottavio Bertotti Scamozzi], Le fabbriche e i disegni di Andrea Palladio raccolti ed illustrati da Ottavio Bertotti Scamozzi. Opera divisa in quattro tomi con tavole in rame rappresentanti le piante, i prospetti, e gli spaccati, Tomo terzo, Per Giovanni Rossi, Vicenza, 1796, pp. 37-39, Tavole. XXV-XXVI-XXVII-XXVIII → Estratto
     
  • [1845] Antonio Magrini, Memorie intorno la vita e le opere di Andrea Palladio: pubblicate nell'inaugurazione del suo monumento in Vicenza, li 19 agosto 1845: colla serie di ventisette scritture del medesimo architetto in parte inedite ed ora per la prima volta unite, Dalla Tipografia del Seminario, Padova, 1845 (cfr. pag. 240)
  • [2020] Livio Petriccione, L'avventura di un'apertura termale. Dal tipo edilizio alla costruzione: villa Zeno “al Donegal” di Andrea Palladio, Contributi di Francesco Chinellato, Nicolò Frigerio Zeno, Giangiacomo Gallarati Scotti Bonaldi, Paolo Presotto, Franco Angeli, Milano, 2020 | francoangeli.it | Demo

    • Presentazione del volume
    • «Il presente Il volume deriva da un novennale lavoro di ricerca che raccoglie tutti gli elementi utili per un contributo alla conoscenza di un'opera architettonica certa di Andrea Palladio, pubblicata ne I Quattro Libri dell'Architettura: villa Zeno detta "Il Donegal".
      La struttura ddi Villa Zeno, composta da un complesso di costruzioni, costituisce un contesto architettonico interessante su cui sono stati approfonditi lo studio, la ricerca e l'analisi dei manufatti, dei materiali, delle tecniche costruttive e sono state poste sotto la lente d'ingrandimento le fasi edificatorie del complesso di villa e la sua evoluzione funzionale, tipologica e formale.
      L'analisi del tipo edilizio e dei dettagli costruttivi è stata sviluppata con rigore scientifico nel rispetto della valorizzazione del contesto e della preziosità del manufatto. L'opera offre spunti inediti di conoscenza, come fondamentale premessa propedeutica per l'eventuale recupero di tale architettura palladiana, che è stata riconosciuta Patrimonio dell'Umanità dell'UNESCO "Vicenza e le ville palladiane del Veneto".
    • Contiene
    • La villa al Donegal tra passato e presente
    • [Il committente Marco Zeno; Inquadramento storico ambientale della villa palladiana]
    • La fabbrica e la struttura. Progetto, costruzione, tecniche e materiali
    • [Il corpo centrale di fabbrica (edificio A); Analisi tipologica e formale: proporzioni e modularità; La sala macchine (edificio B); La chiesetta e la sagrestia (edifici C e D); La casa dell'amministratore (edificio E); La barchessa "nuova" (edificio F); Il deposito delle macchine agricole (edificio G); Le scuderie (edificio H); La barchessa "vecchia" (edificio I); La casa del fattore (edificio L)]
    • Le fasi costruttive dell'organismo edilizio di villa
    • Analisi conclusiva
    • Allegato. Regesto documentario / Bibliografia / Riferimenti fotografici
       
  • [2010] Francesca Boccaletto, "I quattro libri dell'architettura", il trattato compie 450 anni | ilbolive.unipd.it