Giuseppe Vizzotto Alberti, Sotto la pioggia

Il dipinto di Giuseppe Vizzotto Alberti "Sotto la pioggia", in mostra alla Prima Esposizione Internazionale d'Arte della Città di Venezia del 1895, era ripreso in questo componimento da Eugenio Mortara[1].

SOTTO LA PIOGGIA

Spruzza minuta sotto il ciel perlaceo
la pioggia; umido il lastrico riflette;
sovra il remoto ponticello gravita
tutto il tedio dell’ore maledette.

Sferzano i primi freddi il viso ai celeri
rari passanti che se n’vanno mesti.
Non perdon tempo; del viver l’assidua
cura li tien alacri all’opra e desti!

Ecco una madre vien fiorente, giovane
che l’erbe compre reca dal mercato,
un bimbo stretto al sen copre sollecita
e un’altra bimba le cammina a lato

che le s’appiglia ai panni e a lungo seguita
stanca con curioso occhio i passanti
mentre sorregge col braccino debole
poche fascine che poi crepitanti

procureranno un istante fuggevole
di tepor calmo, mentre la fiammata
cuoce la cena e s’attende l’esausto
babbo che torni dalla sua giornata.

O forte donna! Non sai gli ozi languidi;
come si falsa il cor candida ignori,
il cinguettar rifuggi inane e garrulo,
ma dal primo mattin salda lavori.

Me lo rivelan la figura semplice,
le molteplici cure e il mite sguardo:
la storia tu sei virtù del popolo,
ignote linfe ha il ceppo tuo gagliardo!

Per i gradini giù, dal ponte cauta
una vecchietta vien collo scaldino;
sale più lungi un vecchio sotto un lucido
ombrello e va pensoso a capo chino;

è un modesto borghese e par che l’occupi
di gravi cure un sordo lavorio.
In entrambi si specchia il malinconico
senso del cielo, dell’ora, del rio;

in quell’ora, alla piova, al certo pensano
che son essi il novembre della vita.
Ma fa che splenda il sol, ch’essi presentano,
nelle lor vene la stagion fiorita,

che brilli terso e nereggiante un calice,
e scorderemo età, crucci ed affanni;
per rammentarsi sol col core in giubilo
l’ore più belle dei lor begli anni!

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[1] Eugenio Mortara di Parma, Poesia “Sotto la pioggia”. Archivio della Biennale Venezia. La poesia non è datata.