Opere di Gino Borsato
commissionatagli per la Sala consigliare del Municipio di Oderzo
Ritratti
Gino Borsato, dapprima avviato dal padre a bottega presso Giuseppe Moro, decoratore trevigiano, volle studiare privatamente per essere ammesso al liceo artistico di Venezia e, infine si iscrisse nel 1924 all'Accademia, uscendone cinque anni dopo. Il periodo veneziano fu importante perché la frequentazione dei corsi di figura tenuti da Ettore Tito certamente ne rafforzò ed educò la predilezione per il ritratto e il soggetto storico e celebrativo, generi nei quali ebbe ben presto modo di spiccare e farsi notare dai commitenti. Si testimonia che lo stesso maestro lo chiamasse "il ritrattista", tale era la fedeltà con cui riusciva a ritrarre le persone «dando ad esse non solo esattezza delle sembianze fisionomiche ma anche quelle interiori».
Ritratti militari e quadri storici
Il Museo del Risorgimento di Treviso conserva attualmente due quadri storici, dipinti nel 1930, su incarico dei suoi superiori, durante il servizio militare come sottotenente del 55º Reggimento fanteria "Marche": Il Capitano Edmondo Matter del 55º Rgt. Intr. colpito a morte davanti al fortino triangolare di Oppacchiasella e Il Cap. Cesare Colombo del 55º Rgt. Itr. all'assalto di quota 85 di Monfalcone caduto nello stesso punto di Enrico Toti. Dello stesso anno è anche il Ritratto del Colonnello Rossi, suo superiore.
Gino Borsato, Ritratto del Colonnello Rossi, 1930
Gino Borsato, Monte Piana - 55° Reggimento Fanteria "Marche" (1930)
Il giorno 16 luglio vennero fatti altri tentativi per avanzare contro le difese austriache senza successo. Il comando italiano decise di ritentare il giorno dopo. All’alba del 17 luglio ancora gli uomini della Brigata Marche e gli alpini, sotto un violento tiro d’artiglieria, uscirono dalle trincee cercando di sfondare la linea nemica per penetrare nella parte nord del pianoro, quello in mano agli austriaci e chiamato Monte Piano; il maggiore Angelo Bosi, comandante di battaglione del 55° fanteria Brigata Marche, che seguiva l’azione in piedi accanto alla Piramide Carducci, improvvisamente si accasciò a terra colpito al cuore da un cecchino austriaco. L’attacco italiano non ebbe successo per la violenta reazione nemica che causò perdite gravi e spezzò l’azione coordinata delle colonne italiane. Il 18 luglio passò per riordinare le truppe e portare in quota viveri e munizioni; azioni di pattuglie furono portate contro le trincee nemiche per saggiarne la reazione e individuare eventuali punti deboli; l’artiglieria con tiro metodico distrusse reticolati e fece saltare campi minati; il generale Montuori, comandante della 10a divisione, insistette per un nuovo assalto al Monte Piano, contro il parere di altri ufficiali che chiedevano un avvicinamento lento e metodico alle posizioni nemiche. Il giorno 19 in previsione di un attacco italiano, gli austriaci fecero salire sul pianoro truppe di rinforzo. All’alba del 20 luglio riprendeva l’attacco italiano; gli alpini riuscirono ad irrompere nella trincea austriaca di prima linea, conquistandone un tratto. Le altre truppe, colto il momento favorevole, balzarono in avanti raggiungendo e superando alcune linee di trincee nemiche sul pianoro. Ma gli austriaci, presa coscienza della minaccia, inviarono truppe di riserva contro gli italiani mentre l’artiglieria prese a tirare con estrema violenza; a metà mattina gli alpini e i soldati della Brigata Marche furono costretti a ripiegare, lasciando però squadre di retroguardia che impedirono a forti nuclei austriaci di inseguirli troppo da vicino. Dopo cinque giorni di battaglia che costarono agli italiani 104 morti e circa 700 tra feriti e dispersi, il grande pianoro risultò diviso in due all’altezza del vallone dei Castrati: il monte Piana italiano, il monte Piano austriaco e così rimase sino ai primi di novembre del 1917 quando, per lo sfondamento di Caporetto, la 4a armata si ritirò al Grappa».
- combattentiereduci.it/notizie/per-chi-vuole-approfondire-monte-piana-monte-piano-luoghi-fatti-e-personaggi-1915-1917
- https://www.frontedolomitico.it/Luoghi/piana/piana.html | https://www.frontedolomitico.it/Luoghi/piana/05_bosi.html
- http://www.tuttostoria.net/storia-contemporanea.aspx?code=302
- https://www.turismofvg.it/le-battaglie-tra-il-monte-croce-e-il-monte-piana
- https://blogcamminarenellastoria.wordpress.com/2017/09/19/grande-guerra-il-museo-storico-allaperto-del-monte-piana-di-misurina/
Gino Borsato, Il 55° Fanteria a Oppacchiasella, 1931
Purtroppo i varchi, scoperti dall’avversario, vengono da questi bombardati e tenuti sotto tiro delle mitragliatrici: i rincalzi restano bloccati nella terra di nessuno e le conquiste debbono essere abbandonate. Nei giorni seguenti i tentativi vengono rinnovati, tutti con medesimo scarso risultato: la Brigata perde 1500 uomini. La IX Battaglia dell’Isonzo trova la Marche in linea davanti ad Hudi Log, anche in questo settore l’ostinata resistenza austroungarica non permette che modeste conquiste, pagate col sacrificio di circa 2000 soldati» (cfr. storiaememoriadibologna.it/archivio/.../fanteria-55deg-e-56deg-reggimento-brigata-marche | storiaememoriadibologna.it/.../2024-01/marche.pdf)
I ritratti borghesi
Gino Borsato, Ritratto di Hermann Krüll senior, 1929
Gino Borsato, Ritratto (di ?), 1927
La seguente serie di ritratti sono le illustrazioni che accompagnano il bel saggio di Eugenio Manzato, Ritratti di Gino Borsato nella Galleria d'Arte Moderna, cit. (leggibile a questo link
museicivicitreviso.it/.../Comune_di_TV_Bollettino_Musei_Civici_2020.pdf | Leggi pdf)
Gino Borsato, Ritratto del pittore Giuseppe Mazzotti, 1929
Gino Borsato, Ritratto del violoncellista Giorgio Vianello, 1935
Gino Borsato, Ritratti del poeta Oddo Celotti, 1936 e 1938
- Olio su tela incollata su compensato, 40,8 x 37,5 cm | Treviso, Museo Bailo - Galleria Comunale d’Arte Moderna
- Olio su tela | Ubicazione ignota (foto archivio Borsato)
Gino Borsato, Ritratto di Patrizia, 1968
Gino Borsato, Ritratto di Mario, 1968
Gino Borsato, Ritratto di Pupa Carnevale Miniati da giovane, (s. d.)
Le grandi tele per la sala consigliare del palazzo Comunale di Oderzo
(in preparazione)
Sacrificio dei militi opitergini tra le isole di Cherso e di Veglia nella guerra farsalica |
Elezione del primo doge di Venezia Paoluccio Anafesto a Eraclea nel 697 |
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Francesco Dall'Ongaro abbatte l'insegna dell'ambasciata austriaca a Roma nel 1848 |
Requisizione austriaca delle campane del Duomo durante la Prima guerra mondiale |
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Paesaggi
(in preparazione)
Gino Borsato, Paesaggio di Treviso