Nel 1993 andò in onda su Radio Rai il programma "A TAVOLA CON GOLDONI", a cura di Graziella Galvani, per la regia di Giorgio Bandini, in cui attraverso le commedie del drammaturgo veneziano, a colpi di scene gastronomiche conviviali, si esalta l’importanza del cibo nei rapporti con le persone.
Le scene sono interpretate da Mario Maranzana (nel ruolo di Goldoni), Antonio Francioni, Nadia Ferrero, Roberto Accornero, Maria Grazia Spina, Giovanni Vettorazzo, Ileana Ghione e Alvise Battain.

A tavola con Goldoni

Questi i titoli delle tredici puntate:

  1. I gusti della Serenissima
  2. La convivialità è un’arte
  3. Il sapore dei viaggi
  4. Arlecchino e la sua fame
  5. Matinèe alla cioccolata
  6. Senza caffè non si può star
  7. Carnevale ogni fame vale
  8. La fame di villeggiatura
  9. Sotto la tavola di famiglia
  10. Fame e digiuni immaginari
  11. Vecchi non si mangia al dente
  12. Chi è di scena? Si mangia
  13. Inviti appetitosi

I file sono conservati nel podcast podcasthall.forumcommunity.net
Il link a tutte le puntate è in: mega.co.nz

 

A cena con la Locandiera. Le ricette di Carlo Goldoni

A cena con la Locandiera. Le ricette di Carlo Goldoni

Un libretto con lo stesso spirito è quello confezionato da Flavio Russo (A cena con la Locandiera. Le ricette di Carlo Goldoni, Il leone verde Edizioni, Torino, 2004) che legge tutto il teatro di Goldoni dalla prospettiva culinaria e il cibo come espressione del carattere dei personaggi immortali delle sue famose commedie.
«Non detti in pianto vedendo la luce. Il che manifestò il mio carattere pacifico». Così Carlo Goldoni presentando se stesso nei Mémoires. La capacità di opporre ai dolori la serenità, gli permise di “ciacolare” sulle pecche dei contemporanei come proprie di tutta l’umanità. Così, se pranzeremo con i suoi personaggi, li riconosceremo immediatamente: l’avaro ci servirà “roba brodosa”; la donna emancipata “intingoletti e salsette”, mentre la scaltra “cioccolata in guantiera”. L’onestà dei difetti di ognuno sarà garantita da Arlecchino, il più difettoso servitore del mondo: «Se t’inganno, prego el cielo de perdere quello che gh’ho più caro: l’appetito». [dalla quarta di copertina]