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Mansuè. La storia

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  • Annalisa Fregonese, Mansuè, L’evoluzione della crescita, 1990 | Reperibilità: ...

La Chiesa di San Mansueto

Mansuè - Chiesa

Mansuè è chiesa pievana matrice di Portobuffolè e di Basalghelle. Non si conosce la data di erezione della parrocchia anche se è da ritenersi molto antica. La secentesca chiesa, costruita probabilmente su di una precedente dei Francescani (lo si può rilevare dallo stemma dell’Ordine posto sopra il portale centrale), fu ampliata nel 1550 e consacrata il 27 luglio 1665 da mons. Benedetto Benedetti, vescovo di Capri, essendo vescovo di Ceneda il card. Pietro Falier.
La chiesa parrocchiale un tempo era ad una navata, con presbiterio dotato d’altare e sedili artistici in legno intarsiato, tuttora esistenti. Su proposta dei parrocchiani e su progetto dell’arch. Rupolo di Caneva, soprintendente ai Monumenti e Belle Arti di Venezia negli anni 1924-25, la chiesa venne ampliata nel 1925, con l’aggiunta di due navate laterali e sostituendo il precedente muro perimetrale con sei monolitiche colonne in marmo rosso di Verona. Le colonne furono trasportate a Mansuè da Giovanni Pasquali, che andò a prenderle con i muli alla stazione ferroviaria di Bassano del Grappa.
Al centro del presbiterio c’è il grande altare maggiore, sormontato da un artistico tabernacolo in marmo, ornato ai lati da due angeli marmorei eseguiti nel 1754. Un tempo, dietro l’altar maggiore, era collocata una pala di Andrea Michieli, detto Andrea Vicentino, raffigurante la Madonna con Bambino in gloria, San Mansueto Vescovo, San Giovanni Battista, San Girolamo, Santa Apollonia e Santa Caterina d’Alessandria. Si trattava di un olio su tela di cm.327 x 190. Nel registro parrocchiale dell’anno 1599 è indicata la spesa sostenuta per il pagamento del pittore e per il trasporto della tela da Venezia a Portobuffolè per via fluviale. Tale dipinto si trova ora nel Museo Diocesano di Vittorio Veneto. Al posto della tela del vicentino, nell’abside e nel presbiterio c’è un grande affresco del pittore Giuseppe Modolo di Santa Lucia di Piave, raffigurante il Redentore con i simboli dei quattro evangelisti. Sul grande arco che divide il coro dalla navata centrale ci sono due affreschi del medesimo pittore raffiguranti la Vergine assunta in cielo, Santa Cecilia e San Pio X.
L’altare laterale a sinistra di chi entra è dedicato alla Madonna. La statua della Vergine è in legno laccato bianco, opera di Valentino Besarel, scultore di Zoldo, vissuto nel 1829-1902. L’altare laterale a destra di chi entra è dedicato a Sant’Antonio. Sullo sfondo della statua del Santo c’è la scritta “Pro fratribus nostris absentibus”, aggiunta negli anni Cinquanta, per invocare la protezione del Santo sui numerosi emigrati del paese.
Il campanile è alto quarantasette metri. E’ stato incorporato nella facciata, dopo l’ampliamento delle due navata laterali. Al centro della facciata, sotto il grande rosone, c’èra un affresco raffigurante l’immagine del santo patrono, San Mansueto Vescovo. L’opera, eseguita da Gina Roma, è stata celata da nuovo intonaco al seguito di recenti interventi di restauro.
Testo tratto da Annalisa Fregonese, Mansuè, L’evoluzione della crescita, 1990)

Il bosco di Basalghelle